A NAKED LOVE

Ho avuto la fortuna di partecipare allo spettacolo A NAKED LOVE il 12 agosto a Bologna. Fortuna di vedere uno spettacolo onesto e coraggioso, non per la nudità in scena quanto per i contenuti.

Dieci quadri direi quasi propedeutici per diventare donne e uomini. Uno spettacolo che dovrebbe essere proposto a tutti mentre invece risulta essere vietato ai 18 anni perché nella seconda parte dello spettacolo ci sono attori nudi in scena. Non c'è un solo passaggio volgare così come non sono volgari i corpi nudi. Bravi davvero tutti gli attori che hanno vinto questo limite dato dal vestito.
15072021 DSC 1972 copiaIn A NAKED LOVE c’è il corpo umano, la sua forma, i suoi pensieri. C’è la capacità (o incapacità) di usarlo, esaltarlo, bistrattarlo, reinterpretarlo, sfruttarlo. In A NAKED LOVE c’è l’Amore! Non solo quello di coppia ma anche quello verso sé stessi, quello che ci rende fragili e vulnerabili, quello di una madre, quello delle partenze e quello del non ritorno, quello del prendersi cura, quello che diventa quotidianità e routine
Obiettivo del progetto dichiarato è condurre lo spettatore ad una riflessione su alcune tematiche e incoerenze del nostro tempo. Si affrontano le difficoltà femminili/femministe dei giorni nostri. Si porta il pubblico a riflettere sul rapporto di coppia e sulla propria sessualità. Un lungo capitolo è dedicato all’amore omosessuale mentre in altri capitoli si scherza e si sorride.
Durante una serata di Anita Web avevamo affrontato il tema del teatro in nudità, guidati da Enrico Ballardini, avevamo visto spezzoni di spettacoli di Emma Dante e Jan Fabre. Il tema, dunque, mi interessava e non ho voluto perdere questa occasione.

 

Come redattore del giornale ItaliaNaturista ho provato a fare qualche domanda ai protagonisti.
Raccontateci le vostre emozioni:
MARIA CHIARA
Prima di A NAKED LOVE avevo sempre rifiutato lavori che comprendessero la nudità, non ce l’avrei fatta. Questo spettacolo è arrivato nella mia vita nel momento giusto. Da sempre desideravo lavorare col corpo nudo ma la paura e la vergogna per il mio corpo me l’avevano impedito.
La difficoltà è stata spogliarsi per la prima volta di fronte ai colleghi, perché va bene che mi sentivo pronta, ma trovarsi nuda di fronte agli altri è comunque forte, mi sentivo terribilmente esposta al giudizio, vulnerabile. Superato il primo momento tutto è stato naturale e semplice. Il corpo è quanto di più intimo abbiamo ma stare nudi è anche naturale, ci ricorda chi siamo. Credo che il corpo sia uno strumento fondamentale, devi costruire con lui un bel rapporto per riuscire a lavorare bene. Recitare sul palco nudi è intenso, emozionante. Per me è stato un rito purificatore.

SARA
Nel momento in cui ho deciso di partecipare al casting per aderire a questo progetto sapevo che avrei dovuto fare qualcosa che non avevo mai fatto prima, quello di "recitare nuda" in senso figurativo e non solo. È stato un percorso graduale e devo dire con franchezza che non è stato così difficoltoso come inizialmente pensavo. C'era e c'è tutt'ora la voglia di mettersi a nudo, riflettere e far riflettere in totale sincerità. miei genitori e gli amici hanno apprezzato il mio gran coraggio!

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 LAURA
Sicuramente per me è stata una bella prova impegnativa il tentare di superare il pudore e l'intimità della nudità completa davanti agli altri. Soprattutto davanti ad un pubblico.
Non ho mai temuto recitare in intimo o qualche scena in topless, ma la nudità completa mi ha sempre bloccata, la trovavo nettamente troppo intima per mostrarla a cuor leggero, ma con il giusto dosaggio registico e con un testo come A NAKE LOVE credo che la nudità in scena abbia un suo significato ed una sua importanza.
Indubbiamente una bella esperienza di crescita personale, e anche una maggiore consapevolezza del proprio corpo.
GABRYEL
Questo è il mio primo progetto di nudo integrale. La difficoltà è solo quella di entrare nella "bolla" della persona con cui sto recitando, perché magari lui non è abituato ad essere nudo assieme ad altri.
Quando ho detto a parenti e amici della mia recitazione a questo spettacolo nessuno me ne credeva capace, mia moglie invece mi ha spronato ad accettare.
LUCA
Qual è la difficoltà di recitare nudi? Beh è.… recitare nudi!
A parte le battute, la difficoltà per quanto mi riguarda è stata rimanere concentrato sull’interpretazione senza pensare al fatto che nella nostra società italiana attuale che noi definiamo così emancipata dal punto di vista sessuale, ancora il nudo non sia vissuto in modo naturale ma che sia un elemento che porta inevitabilmente ad avere un approccio molto infantile in termini di giudizio estetico che ovviamente spesso non viene espresso a parole per darci un tono di maturità.
A mio parere, inoltre, il problema della percezione del nudo, quasi esclusivamente in questo caso femminile, nasce da un su bieco utilizzo per scopi commerciali a partire dagli anni 80 con la cosiddetta TV spazzatura e con i messaggi pubblicitari, non solo in TV, che non hanno fatto altro che banalizzarlo e svuotarlo di potere.
GABRIELE DE PASQUALE (autore e regista dello spettacolo).
Anche per me è stata una bella sfida. Io sono regista televisivo, normalmente mi occupo di spot, videoclip e raramente ho lavorato con corpi nudi. Nel teatro, fino ad ora avevo scritto e diretto solo Musical, quindi "cose per famiglie". Quindi la prima barriera che dovuto abbattere... è stata la mia! Anche solo per trovare il coraggio di far leggere il copione agli attori o chiedere loro la disponibilità alla nudità in scena.
Capirete che nel mio lavoro, un regista che ad un casting chiede ad una attrice di spogliarsi può facilmente essere mal interpretato! Ho comunque trovato un cast fantastico e motivato, che mi ha molto facilitato il lavoro. Sulla nudità abbiamo lavorato parecchio, facendo un vero e proprio percorso attoriale ed arrivandoci a piccoli passi. Abbiamo inizialmente lavorato sullo "spogliarsi" non materialmente, quindi le proprie insicurezze, le proprie fragilità, esporre e condividere i propri difetti, ecc...
Poi siamo passati al corpo lavorando sulle ombre, sul controluce, sui teli retroilluminati, sui tulle, le semi trasparenze, gli occhi chiusi. Poi, a piccole coppie abbiamo cominciato a "studiare" il corpo nudo altrui.
Insomma: facendo tutti questi piccoli passi, ho accompagnato gli attori alla nudità completa senza stress ed in modo naturale. Arrivarci a piccoli passi e arrivarci con gli attori sereni e tranquilli ha aiutato anche me (e la mia timidezza) a lavorare con serenità con sei corpi nudi sul palco.
Recitereste davanti ad un pubblico nudo?
Non mi è mai successo di ritrovarmi a recitare davanti ad un pubblico nudo. Se ciò accadesse con A NAKED LOVE forse si perderebbe un po’ il senso provocatorio dello spettacolo, ma sarebbe una bella sperimentazione (Maria Chiara)!
E se durante lo spettacolo il pubblico si spogliasse... mi chiederei il perché di quel gesto. L'unica risposta che mi viene (e che mi piace) è che sarebbe un interessante gesto di condivisione con gli attori per ciò che sta avvenendo sul palco. Un gesto di sincerità e di uguaglianza. Un privarsi tutte delle maschere e delle corazze che normalmente indossiamo. (Sara)
Se anche gli spettatori fossero nudi probabilmente si creerebbe una situazione strana, nella quale poi potrebbero quasi stonare i ruoli "vestiti". Indubbiamente vi sarebbe una interessante simbiosi pubblico/attori. Sinceramente io trovo ottimale che in questo spettacolo solo determinate scene comportino il nudo integrale (sapientemente dosato con perfetti giochi di controluce), proprio per dare un maggiore impatto emozionale e dare a quel gesto l'importanza che altrimenti non avrebbe. (Laura)
se il pubblico fosse nudo o si spogliasse con voi alla fine?
Qui diventa un discorso autoriale e di significato. Bisognerebbe capirne il senso così da giustificarlo teatralmente, ma non vedo perché no!
Forse ha più senso se si spogliasse alla fine, o se anche per il pubblico si trovasse qualche "atto di coraggio" che lo porti ad abbassare le proprie corazze protettive. Se per voi la nudità è la normalità forse occorre cercare qualcosa di altro. Non so: lo spogliarsi, si’, ma salendo ad uno ad uno sul palco (quindi con i riflettori e gli occhi puntati)? (Gabriele)
Se gli spettatori fossero nudi? Credo che dal mio punto di vista non cambierebbe. Forse aiuterebbe il pubblico ad entrare in connessione con noi attori. (Gabryel).
A Naked Love è uno spettacolo da vedere per interrogarsi. Spero davvero che da questa esperienza estiva possa nascere un’opportunità per tanti di fare un’esperienza di teatro a 360 gradi.
Ma noi naturisti come viviamo il nostro corpo? Gli effetti dei nostri sentimenti sul nostro corpo? Il tempo che passa? Questo spettacolo potrebbe dare molte ispirazioni.
Allora mi viene da chiedere ai lettori di ItaliaNaturista siete pronti per questa nuova avventura di essere pubblico nudo e protagonista?
15072021 DSC 2293b copiaTitoli di coda
Erica Mattioli, Maria Chiara Belardinelli, Sara Fasulo, Laura Spimpolo, Gabryel Kool, Luca Mazzamurro, Michele Zaccaria. Regia di Gabriele De Pasquale, Movimenti scenici di Roberto Colombo e sottofondo musicale dal vivo di Fabio Pedrini

Rivista di attualità e cultura Naturista
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