ANIMA SELVA 3 4 Luglio 2021 – Ca’ le Scope
“Non dimenticate che la terra si diletta a sentire i vostri piedi nudi e i venti desiderano intensamente giocare con i vostri capelli”. (Khalil Gibran)
Un lungo week end trascorso nel campeggio naturista CA’ LE SCOPE a Marzabotto (Bo) per esplorare il potenziale di energia, di creatività, di istintività e di eros che può emergere dal nostro corpo “acquatico” e selvatico. Quella parte di noi, più autentica e più vitale, che si riscopre facendo esperienza del legame vitale con Madre Natura e con i suoi elementi. Con l’acqua, simbolo materno e con la foresta, antica “scuola e tempio”. In questo modo Italo Bertolasi ha presentato l’iniziativa voluta e realizzata con l’A.N.ITA. ANIMA SELVA.
Dei quattro elementi l’acqua riunisce infatti il potere della cura, dell’eros e della spiritualità. Ha la capacità di liberare in noi le emozioni più profonde e di restituirci i nostri istinti più arcaici. L’acqua è ancora maestra di “danza” e di libertà. Nel nostro incontro saranno proposte le “culle” del Watsu®, il nuovo shiatsu in acqua creato da Harold Dull e sequenze di Ai Chi®, il tai chi acquatico creato da Jun Konno. Il bagno di foresta giapponese ha fatto ritrovare quella parte di noi più creativa, espressiva, erotica e sacra che nella nostra nudità e nel bosco, antico di memorie, si può rivelare.
Italo Bertolasi, Anna Albertarelli, Marina Paul non si sono risparmiati per le 54 persone presenti accompagnando ciascuno a ritrovare il vero io selvatico.
Complice una location bellissima in un bosco, un sole caldo ma non impertinente e soprattutto persone che hanno saputo mettersi in gioco.
Distesi sull’erba per sentire il proprio scheletro, la propria pelle, gli organi, il respiro oppure abbracciando alberi, camminando bendati, facendosi cullare in acqua ..., il tempo si è fermato. Il sorriso è stato il saluto più bello ricevuto da ciascun partecipante. Introdotti da Maurizio Biancotti che ha voluto leggere un brano di Pascoli sul fanciullino: dentro noi un fanciullino … Quando la nostra età è tuttavia tenera, egli confonde la sua voce con la nostra, e dei due fanciulli che ruzzano e contendono tra loro, e, insieme sempre, temono sperano godono piangono, si sente un palpito solo, uno strillare e un guaire solo. Ma quindi noi cresciamo, ed egli resta piccolo; noi accendiamo negli occhi un nuovo desiderare, ed egli vi tiene fissa la sua antica serena meraviglia; noi ingrossiamo e arrugginiamo la voce, ed egli fa sentire tuttavia e sempre il suo tinnulo squillo come di campanello.
Con l’argilla sulle mani e sul volto si torna bambini e con il body painting i colori della natura si fondono con i corpi nudi.
Paolo Gasparini e Giampietro Tentori con le rispettive mogli sono stati la migliore delle reception che si è trasformata in cucina quasi stellata.
Accompagnati da Marina Paul, vera sciamana in questa situazione, si è creato l’albero della libertà. Una foto evocativa questa. Le radici nella madre terra, il fusto e rami che puntano cielo e infine le foglie che indicano che la linfa arriva anche nei punti più lontani.
L’albero della libertà è il fulcro di questa esperienza. Uomini e donne nude che simulano una quercia perché ormai hanno fatto l’esperienza del ritorno alla terra.
L’io selvaggio è sinonimo di pace con la natura, una natura che si è ribellata all’uomo con i suoi virus ma che adesso da madre riapre le sue braccia per il ritorno a casa.