TOSCANA E NATURISMO: qualche chiarimento!
Da qualche giorno esiste una vivace discussione, su FB, che riguarda la spiaggia della Lecciona (Viareggio – Lucca) ma anche la storica Nido dell’Aquila a San Vincenzo (Livorno).
In particolare, ci pare di capire che le problematiche siano due: la presenza massiccia dei tessili nelle aree autorizzate e i fenomeni di natura sessuale che niente hanno a che fare col Naturismo. Si aggiunga a questo anche un certo giornalismo diciamo facile, che proprio qualche giorno fa con un discutibile titolo acchiappalettori non si è fatto problemi a buttare fango su un’altra delle nostre perle toscane, la meravigliosa caletta di Acquarilli (Isola d’Elba), mescolando realtà e fantasia.
Alcuni si sono chiesti: ma che succede? Le associazioni (in particolare A.N.ITA.) che fanno?
Se vi va, proviamo a fare un po’ di chiarezza su luoghi molto diversi tra loro e che hanno storie molto varie.
Il Nido dell’Aquila è ufficiale dal 2010: ormai la sua frequentazione ha raggiunto un suo equilibrio, e la spiaggia si presenta divisa in diverse zone. Naturalmente gli esseri umani tendono a stare tra simili, e nei luoghi di socialità (una spiaggia è anche quello) le famiglie cercheranno le famiglie, le coppie uomo-donna idem, e anche chi ha orientamenti sessuali diversi dall’eterosessualità probabilmente si sentirà più a suo agio in contesti in cui non essere la “mosca bianca”. Questo accade ovunque e per tutte le categorie: esistono spiagge per persone più giovani, più sportive, più anziane etc etc. Giusto o sbagliato che sia, è così. Certo, il Naturismo ha in sé la potenzialità di far superare certe distinzioni...ma non è facile e non è nemmeno possibile immaginare che una associazione possa intervenire su questi complessi sistemi relazionali!
Quindi è possibile che nella stessa spiaggia ci siano anche dei tessili, che vengono attratti dalla possibilità di conoscere chi sentono più affine a loro al di là della pratica del Naturismo: questo avviene perché per alcune categorie, soprattutto in passato discriminate (ma anche oggi) i luoghi naturisti vengono avvertiti come più accoglienti e includenti.
In ogni caso, il presidio di A.N.ITA. è quasi sempre presente, con le bandiere e alcuni soci frequentatori abituali della spiaggia.
Acquarilli esiste ufficialmente con una delibera dal 2015: anche per lei, la frequentazione dei naturisti si perde nella notte dei tempi. Pensate che la delibera è stata chiesta da un gruppo di elbani stufi che venissero sempre chiamate le Forze dell’Ordine perché erano nudi...oggi, a seconda del periodo, vede tanti tessili frequentarla. Sicuramente è un po’ strano, perché è una caletta molto bella ma simile a tante altre, e non facilmente raggiungibile. Però non sarà certo qui che risolveremo il mistero di chi, costumato, potendo scegliere fra più di cento spiagge, venga proprio in quella naturista, dove tra l’altro non c’è niente a livello di bar/ombra/spazio per giocare, e con una discesa tutt’altro che facile...sarà che noi naturisti siamo irresistibilmente simpatici!
Anche ad Acquarilli in estate è possibile vedere la bandiera A.N.ITA. appoggiata su una roccia proprio all’inizio della caletta grazie ad alcuni soci che frequentano spesso l’Elba (a tal proposito, a breve vi racconteremo anche di un’altra spiaggia...e di un’altra delibera toscana).
La Lecciona ha una storia molto più recente, in termini di delibera: ha appena 14 mesi, una bimba. Certo che i naturisti c’erano anche prima (da decenni…) ma erano meno, stavano più nascosti e soprattutto frequentavano infrasettimana e fuori stagione. La spiaggia è da tanti anni anche una meta gay riconosciuta a livello nazionale (e internazionale) grazie alla presenza dello storico locale Mama mia (Torre del Lago). I gay son tutti tessili? No, ma nemmeno tutti naturisti. E dato che noi siamo sempre una minoranza, nella “comunità” gay troverete molti più tessili che naturisti. C’erano prima della delibera, soprattutto al Palo 14, e risulta quindi assurdo pensare che scompariranno o si sposteranno (oltre ad essere anche ingiusto): la sfida era ed è quella di poter convivere serenamente (magari chiedendo un allargamento della zona autorizzata al Naturismo? Perché no…ci lavoreremo).
Capiamo la difficoltà di essere nudi in contesti tessili, soprattutto per i neofiti: ma serve anche come stimolo per gli altri, abitudine a considerare la nudità una variante normale, possibile, corretta...e magari “convertirne” qualcuno! D’altro canto in Italia tutti i luoghi autorizzati sono “clothing optional” e quindi non avreste comunque nessun appiglio legale per allontanare chi sta col costume…
Anche alla Lecciona non è difficile vedere le nostre bandiere: a volte non trovate nessuno sotto perché ci sono dei nostri sostenitori/alleati (anche tessili!) che ci aiutano ad esporle...le mettono e poi la sera le tolgono, e ci sono stati utili quando i cartelli erano spariti (anche se a volte la posizione non è proprio...corretta!).
Altra faccenda, quella dei comportamenti illegali a sfondo sessuale: criticità atavica del Naturismo (non solo italiano) che affonda le radici in un ben più complesso problema riguardante la sessualità umana e i suoi tabù. Banalmente, alcuni pensano ancora che la nudità significhi sesso, che se sono senza vestiti significa che sono disponibile, e che in una spiaggia naturista si possa fare quel che si vuole, come un “bomba liberi tutti”. Su questo, non finiremo mai di lavorare culturalmente e concretamente, intervenendo quando serve: ma a chi chiede maggiori controlli ricordiamo che non possono essere dei volontari di una associazione a sostituirsi alle Forze dell’Ordine! Certo che A.N.ITA. ha sollevato più volte il problema (eravamo finiti anche sui giornali, proprio a pochi mesi dalla inaugurazione della Lecciona) e avevamo anche inviato una mail per sollecitare i nostri soci a darci una mano (le risposte sono state davvero pochissime, purtroppo) ma avete idea di cosa significhi pattugliare una spiaggia? Beccando proprio sul fatto il reo? Quasi impossibile...per noi (e non sarebbe comunque il nostro compito, non ne abbiamo le competenze né l’autorità) e per le Amministrazioni. Ecco che qui l’unica azione efficace è quella della spiaggia stessa, che crea i suoi anticorpi e invece di chiamare il volontario dell’associazione, (che magari quel giorno non c’è, o non è lì vicino) può intervenire, denunciare, agire contro questi personaggi che si comportano illegalmente e danneggiano noi, il buon nome del posto e del Naturismo stesso.
Siamo dalla parte della legge con la delibera, ricordate: e quindi possiamo legittimamente farci valere! E soprattutto non abbandonare questi luoghi, perché così avrà vinto un’idea distorta della nudità…
In conclusione, il Naturismo siamo noi: con i nostri comportamenti e le nostre scelte, senza aspettare che “altri” agiscano per noi
Le associazioni fanno già tanto, dalla richiesta per le delibere ai ricorsi per le multe, dagli eventi organizzati alla gestione dei siti per le informazioni e tanto altro ancora...ma sul territorio ci siete voi, soci e non, naturisti che frequentano e rendono vivi quei luoghi.
Fatevi sentire, siate orgogliosi, e promuovete i valori del Naturismo, che sono sempre la nudità sociale, il rispetto per l’ambiente e l’inclusione di ogni diversità, con rispetto e consenso di e per tutti gli esseri viventi!
Vi aspettiamo a braccia aperte...buona estate e soprattutto
Buon Naturismo!